Continui chiave in Comunicazione Nonviolenta

Andrea Vettorino, Dicembre 2024

Come fare un piccolo passo verso un diverso rapporto con la vita che scorre in me? 


Oltre la dicotomia: una scala tra due paradigmi


Le differenze chiave in Comunicazione Nonviolenta puntano a diversi luoghi interiori, distinguendo tra un paradigma della separazione e scarsità con uno dell’interdipendenza, mostrandomi uno spettro che va dall’uno all’altro in diversi ambiti della mia vita [1]. Ho l’opportunità, in un dato momento, di chiedermi dove mi trovo su questa scala e aumentare così la mia capacità di scelta. 

Ad esempio possiamo differenziare tra vulnerabilità e debolezza, oppure tra un'onestà giraffa ed una sciacallo.



A questo punto emergono due ostacoli alla pratica: il primo è la tendenza, o condizionamento, al pensiero binario, l’altro è la difficoltà a riconoscere le proprie abitudini ed ad un’inclinazione a proiettare il noto sull’ignoto.


Qui sopra alcune differenze chiave, nell'usuale formulazione a due colonne.

Polarizzazione cognitiva


Di cosa mi parla il primo ostacolo? Uno sciacallo etichetta qualcosa come giusto o sbagliato, vuole ciò che è giusto e rigetta ciò che è sbagliato, si aspetta che altre persone debbano far lo stesso, ed è pronto a premiare o punire come modo di manipolare la realtà attorno a sé [2].


Il rischio è che, presentando delle differenze chiave, le si interpretino nel paradigma del ‘giusto e sbagliato’, rigettando un lato della differenza chiave, perdendo così l’opportunità di relazionarsi ad esso [3]. 



Propensione epistemologica all'inferenza


L’altro ostacolo è riconoscere le nostre abitudini nel modo di conoscere. Se mi trovo in un certo stato d'animo A quotidianamente, e vedo che A si differenzia da B, c’è una tendenza ad immaginare B con opposta ad A, ovvero creo un’immagine di B a partire da ciò che conosco. 

Ad esempio, se sono abituato ad assumermi la responsabilità dei sentimenti altrui, leggendo la differenza chiave tra stimolo e causa, potrei pensare che, poiché lo stimolo non è la causa dei sentimenti altrui, io non ho alcuna responsabilità in merito, e quindi cadere nella de-responsabilizzazione.


Qui sopra altri esempi di differenze chiave, questa volta modificate in tre colonne.

Attraverso la dicotomia: differenze chiave in tre colonne


Come strategia per gestire il primo e, soprattutto, il secondo ostacolo, ho pensato di introdurre per alcune differenze chiave una terza colonna [4] sciacallo, in modo da avere tre colonne in totale, che rappresentano due opposti (paradigma di separazione, o sciacallo) ed una terza opzione da esplorare (paradigma dell'interdipendenza, o giraffa). [4]

Riprendendo l’esempio sulla responsabilità, potremmo avere: stimolo (abilità di rispondere, interesse), de-responsabilizzazione e causa. In questo modo viene esplicitata l’opposizione tra negazione di responsabilità e causa, lasciando l’altra opzione come un territorio da esplorare, di parzialmente sconosciuto, ed un modo di relazionarsi che non si basa né sulla negazione di responsabilità né sulla causalità diretta: come posso interessarmi e prendermi cura dell’impatto delle mie azioni sull’altra persona?

Un altro esempio può essere auto-disciplina ed obbedienza, al quale è stato aggiunto Assenza di disciplina/disobbedienza. Se normalmente ci troviamo nell'obbedienza, come possiamo immaginarci l'auto-disciplina, senza cadere nell'assenza di disciplina?


Questi esempi mostrano come l'esplorazione delle due opposte opzioni sciacallo (entrambe legate alla reattività e separazione), possa aiutarci a sviluppare una comprensione più informata su dove voglio posizionarmi e quali scelte voglio assumere.  Nel mio percorso di integrazione della CNV, in quali aspetti posso notare di essere andato nell'opposto delle mie abitudini? 



Le domande aprono porte, le risposte le chiudono


Forse, almeno in parte, l'esplorare opposti è parte di un processo inevitabile di crescita [6], ma esplicitando questo fenomeno, spero di contribuire a una maggiore chiarezza e gentilezza nella riflessione sul proprio percorso. 

Mi auguro che queste differenze chiave in tre colonne siano un punto di partenza per nuove domande ed un invito all'esplorazione, con un sempre maggior rispetto dell'interezza e complessità della realtà, e di noi stessi.


“Ho chiesto ed hai risposto,

Ero soddisfatto,

Ma qualcosa in me morì,

Non andai oltre.


Le domande aprono porte,

Le risposte le chiudono.”


Rita Hands


Nota


[1] Da notare che questo non si applica a tutte le differenze chiave, ad esempio la differenza tra bisogno e richiesta non indica un aspetto giraffa ed uno sciacallo. In questi casi il mescolare le due può essere accostato allo sciacallo, mentre il differenziarli alla giraffa.


[2] Queste caratteristiche possono rivelarsi utili in casi di emergenze, non implicano un’attenta analisi della situazione, per cui hanno una velocità ed a volte efficacia a breve termine, in senso di sicurezza. È, in un certo senso, legata alla risposta di una parte del sistema nervoso più primitivo, in senso evolutivo, dove la sopravvivenza era un bisogno molto vivo e pressante.


[3] Il problema qui non è tanto il giusto e sbagliato in sé, quanto l’osservare come questo influenza il nostro état d’esprit nel senso di non essere con aspetti della nostra esperienza.


[4] L’elenco originale delle differenze chiave si può trovare nella sezione risorse: CPP in italiano (pag.19-20).


[5] Lo spettro, la scala, il continuo, è ora tra la colonna giraffa e le due sciacallo.


[6] Forse questi due opposti sono già in noi, ma non permettendoci di viverli entrambi e di assaporarne la complementareità, ci allontaniamo dall'armonia interiore?